Coerenzi

È il nuovo che avanza quello che oggi accadrà, è il nuovo che avanza con la vecchia vanità. È la dimostrazione che le belle parole se le porta via er vento, lasciando a chi le ha ascoltate er solito sgomento.

Se pensava che qualcosa fosse in realtà cambiato, un vento fresco, un qualcosa di insperato. Ma te svegli una mattina e riconosci l’ambizione, che passo dopo passo, ha preso il sopravvento su chi prima parlava de rottamazione.

La solita politica a cui siamo abituati, coi nemici nel governo e gli amici accoltellati. La politica che in 3 anni, c’ha tolto tutto in fretta, pure la possibilità de dì: “la prossima volta cambio scelta”. Tre governi in tre anni senza manco dì: “Scusate, si vabbè ‘n ve frega niente, ma ste persone chi l’ha votate?!” Tre governi in tre anni e c’è ancora chi parla di democrazia, quando neanche la più meschina Prima Repubblica se poteva inventà st’acrobazia.

Perché non ce stanno da fa’ troppe riflessioni e masturbazioni mentali, quando le motivazioni son fin troppo banali: un governo che nessuno ha votato, è come uno che decide la musica de ‘na festa, a cui manco è invitato, per questo non può esse ascoltato.

Ma le leggi, se sa, cambiano in fretta, e non so poi così rigide se c’è il padrone che aspetta.

E mo che i colpi di stato non se fanno più co’ la pistola, avemo scoperto che fa meno rumore, ma più feriti la tagliola. Perciò stamo tutti più sereni e spensierati, perchè mentre il declino nazionale prosegue e non si ferma, se prima pensavamo de nun contà niente, mo c’avemo la conferma.