La bellezza che resta

Crollino i ponti e le loro brutture,
che dei morti fan martiri,
del futuro paure.
Crolli lo stato, la sua economia,
fautrice volgare,
del morte tua, vita mia.
Crollino gli affetti, che han bisogno di aperitivi,
per scoprir che lontani,
lo si è anche da vivi.
Crolli il lavoro che usura decenni,
e che traduce la vita,
in rincorse perenni.
Crolli il commercio, il prodotto interno lordo,
e con loro, la sacra produzione.
Tutto ciò che arreda,
questa grande prigione.
Crollassimo noi, le nostre mediocrità,
tutto ciò a cui ci aggrappiamo,
e che chiamiamo libertà.
Crolli il progetto che non è di Dio,
crolli pure la salvezza,
che mi procuro io.
Crolli forte.
Crolli potente.
Così che nessuno,
possa far finta di niente.
Perché tra le macerie qualcosa di bello resterà,
e solo quella che resta,
sarà la bellezza, che il mondo salverà.